Glossario di orologeria

Ormai alcuni termini di orologeria sono diventati conosciuti ai semplici appassionati di orologi: asse del bilanciere, rotore di carica, gioco carica ecc.

Questo è un elenco dove, in breve, vengono elencati termini usati nel campo della orologeria e spiegati il loro significato.

Albero:

è un componente della meccanica dell’orologio sul quale sono fissati, o ruotano, altri organi (tipo le lancette)

Albero bariletto:

è costituito in acciaio e in seguito subisce un trattamento termico. Sull’estremità superiore, in una sede quadra, è alloggiate la ruota rochet (o rocchetto); attraverso cui all’albero viene consentito l’avvolgimento della molla all’interno del bariletto stesso. La molla è agganciata ad un uncino sul diametro esterno dell’albero bariletto.

Albero di carica:

in francese si chiama Tige de remontoir e anche in Italia molti orologiai la chiamano così. È in acciaio e dopo essere stato costruito subisce un trattamento termico. Il suo scopo è quello di collegare la corona al movimento, in pratica serve: per il caricamento della molla del bariletto (la carica per orologi manuali), o per la messa in ora delle lancette per tutti i tipi di orologi.

Alta frequenza:

movimento meccanico il cui bilanciere ha una frequenza di almeno 25200 alternanze all’ora (vedi alternanza).

Alternanza:

è un termine riferibile esclusivamente agli orologi meccanici, e indica uno spostamento del bilanciere.
In generale un orologio meccanico compie 5 alternanze al secondo, pari a 18000 alternanze all’ora. Quanto più elevavo è il numero delle alternanze, tanto più è preciso l’orologio.

Ancora:

il nome deriva dalla forma del pezzo che ricorda infatti l’ancora delle imbarcazioni. E’ un’asticciola i ottone o in acciaio composta da più pezzi: perno, leve, dardo ed ancora vera e propria. La sua funzione è quella di trasmettere la forza, arrivata dalla molla di carica, attraverso il ruotismo per far oscillare il bilanciere. E’ una delle parti più complicate della meccanica di un orologio. Occorrono diverse fasi di lavorazione per la sua costruzione. Ne esistono di 2 tipi.

Anse:

quasi sempre usata al plurale, con questo termine si indica quella parte sporgente della cassa che consente di montare il bracciale o il cinturino.

Ansetta:

perno in acciaio con una molla interna che unisce il cinturino o bracciale alle anse dell’orologio.

Antimagnetico:

i campi magnetici influiscono su molti componenti dell’orologio. Si è così arrivati, in epoche successive, a disporre di orologi che non risentissero di questi influssi.
Gli elementi che più risentono dei fenomeni provocati dai campi magnetici, sono la spirale e il bilanciere.

Antiriflesso (trattamento):

processo di alta tecnologia che elimina circa il 99% del riflesso visibile dall’occhio umano e permette perciò una migliore leggibilità anche nelle condizioni più difficili.

Automatico (movimento a carica):

meccanismo detto “perpetuo“ inventato da Abram-Louis Perrelet. La sua principale caratteristica è la presenza di una piccola massa metallica ad elevata densità, che oscilla liberamente trasmettendo i movimenti del polso. Trasmessa da un ruotismo, questa forza motrice naturale ricarica “automaticamente” la molla-motrice dell’orologio, evitando di doverlo caricare a mano. Se tuttavia l’orologio non viene portato costantemente al polso la sua riserva di carica, ossia la carica della molla, decresce rapidamente finchè il meccanismo si ferma. In tal caso è necessario procedere a una carica manuale, ruotando circa 30 volte la corona per ottenere una riserva di marcia di oltre 40 ore. La precisione di un movimento a carica automatica ben regolato varia da 3 a 5 minuti al mese.

Bariletto:

prende il nome dalla forma e ospita al suo interno la molla di carica. È generalmente costruito in ottone o in metallo uguale al metallo con cui è realizzate la platina. Si presenta come un cilindro con una dentatura all’eterno che trasmette la forza della molla alla ruota centro. È composto del tamburo bariletto, dall’albero e dal coperchio bariletto, su quest’ultimo può esserci il dispositivo Croce di Malta.

Bascula:

è costituita in acciaio. Fa parte del dispositivo della messa all’ora. Estraendo la corona di carica permette al pignone scorrevole di entrare in contatto con un ruotismo della messa all’ora.

Bilanciere: 

il bilanciere è generalmente costituito in ottone, ma viene realizzato anche con altri metalli. È in pratica un volano che, oscillando, distribuisce la forza derivante dal ruotismo. Dal suo buon funzionamento dipende la precisione dell’orologio.

Esistono bilancieri di un solo metallo (glucydur), bilmetallici, compensati, anulari, a due o più razze. Quelli in glucydur sono cosidetti dalla lega di bronzo e berillio temperato con la quale sono costituiti. I bimetallici sono costituiti con due metalli a differenti coefficienti di dilatazione per non risentire delle variazioni termiche. Anche quelli compensati hanno delle viti dette di compensazione che servono per fare la regolazione del bilanciere. Il bilanciere comprende una molla avvolta a spirale e il plateau con il dito in rubino.

Cabochon:

pietra preziosa o sintetica non sfaccettata, che decora quadranti o corone di orologio (Cartier li utilizza tantissimo per rifinire i suoi modelli).

Calendario:

per indicare il susseguirsi dei giorni della settimana e del mese, si impiegano dei dischi che ruotano secondo tempi prestabiliti e forniscono le indicazioni volute attraverso una finestrella, o su contatori, posizionati sul quadrante.

Calibro:

con il termine si è definita dal XVII secolo la misura della meccanica di un orologio e, in seguito, anche la sua forma e la disposizione dei ponti. Alcuni grandi orologiai, come Lepine, hanno legato il loro nome a un tipo di Calibro. L’indicazione in cifre seguita da ‘” identifica le linee, cioè le dimensioni del movimento. Ogni linea corrisponde a 2,256 mm. La linea parigina era un’antica unità di misura.

Carrè:

termine francese per indicare una forma quadrata, viene usato sia per casse, sia per quadranti con angoli a 90°.

Carre galbè:

si dice di un orologio quadrato, ma presenta i quattro angoli smussati.

Carrure o telaio:

è la parte principale, e centrale, della cassa dell’orologio, nella quale si pone il movimento e alla quale si applicano le varie altre componenti: lunetta, fondo cassa, cinturino.

Cassa:

custodisce il movimento dell’orologio e, con la sua forma, riveste un’enorme importanza nella scelta di un modello sotto profilo estetico.
E’ realizzata con materiali diversi, dai metalli nobili (oro, platino), all’acciaio inossidabile, ai modernissimi materiali di sintesi.
Tra le più recenti innovazioni le Ceramiche High Tecnology, o metalli tipi: titanio e tantalio.
I componenti della casse sono: la lunetta, la carrure, il fondello. La carrure a volte è tutt’uno con la lunetta. Il fondello, che è la parte terminale della casse, può essere a vite (per orologi sub), o a pressione. La forma più comune è rotonda, ma ci sono orologi con cassa rettangolare, asimmetrica, doppia, a cerniera, anatomica.

Cavalieri: 

indici avvitati o stampati sulla lunetta girevole. I cavalieri, ispirati dagli strumenti di bordo degli aerei, permettono di reperire o di memorizzare un tempo. Il loro profilo facilita la rotazione della lunetta girevole anche con la mano guantata, oltre ad assicurare una migliore protezione al vetro in caso di urto.

Cloisonnè:

termine in francese per indicare un decoro (spesso su smalto) in cui si hanno delle linee parallele che dividono una superficie e accolgono gli smalti.

Complicato:

un orologio meccanico che presenta più funzioni oltre a quella base di indicare lo ore.

Contatore:

sul quadrante dell’orologio possono essere previsti dei quadratini più piccoli (quadrati, rotondi, rettangolare) per indicare nell’orologio segnatempo i giorni del mese, negli automatici la riserva di carica, i tempi parziali o totali nei cronografi, e fornire altri indicazioni nei complicati.

Coperchio bariletto:

costruito in ottone o metallo uguale a quello della platina, a volte è predisposto per ospitare il dispositivo a croce di Malta che permette alla molla di carica di arrivare a fine corsa senza forzare al massimo la sua tensione.

Copribascula:

è una placca in acciaio sagomato che tiene in posizione organi della carica e della rimessa all’ora.

Corona:

è una sorta di bottone, posto all’esterno dell’orologio, che permette di regolare l’ora per tutti i tipi di orologi, e per ricaricare la molla per gli orologi meccanici.

Corona (protezione della):

è un rigonfiamento della carrure sopra e sotto la corona, per proteggerla dagli urti.

Corona a vite:

è una corona munita di un sistema di avvitamento studiato per impedire ogni infiltrazione d’acqua o di polvere (indispensabile per essere un orologio sub).
Si raccomanda, a titolo precauzionale, di controllare che la corona sia sempre bene avvitata.

Correttore:

meccanismo manuale, accessibile dall’esterno dell’orologio, che permette di regolare una data funzione.
I correttori sono inseriti nella carrure e vanno azionati esclusivamente con una punta dolce.

Cricco: 

costruito in acciaio e sottoposto poi a trattamento termico, serve per bloccare la ruota rochet nel dispositivo di carica.

Croce di Malta:

costituita in acciaio, è formata da due pezzi, la croce di Malta e il disco con il dito di arresto. Permette alla molla di carica di arrivare a fine corsa senza forzare al massimo la sua tensione.

Cronografo:

è un orologio munito di due sistemi orari indipendenti: uno indica l’ora, l’altro registra i tempi brevi. Contatore di secondi, minuti, di ora e al caso di frazioni di secondo possono essere attivati e arrestati a volontà, di solito mediante pulsanti, e permettono di misurare direttamente la durata precisa di un’azione.
Il cronografo non va confuso con cronometro.

Cronometro:

è un orologio meccanico che ha superato un controllo ufficiale di marcia relativo alla sua precisione. Per i cronometri meccanici le variazioni medie di marcia devono essere comprese fra –4 e +6 secondi al giorno, in condizioni estreme di temperatura e in varie posizioni.
Un certificato ufficiale di marcia accompagna ogni cronografo.

Digitale:

dicesi di orologio che indica le ore non con il sistema delle lancette ma con le cifre.

Disco della riserva di marcia:

è un indicatore che permette di vedere a colpo d’occhio a che punto è la carica della molla-motrice negli orologi a carica manuale, ossia quante ore di funzionamento restano prima che l’orologio si fermi.

Display:

è l’indicazione elettronica digitale di un orologio, ossia l’indicazione dell’ora, della data o di altre funzioni mediante numeri anziché lancette.

Dispositivo antiurto:

negli anni 30 venne brevettato un dispositivo antiurto, l’Incabloc, che erroneamente ancora oggi viene nominato per indicare in linea generale un dispositivo antiurto. È composto da un castone in ottone dove è alloggiata una pietra rubino, una contropietra e una molletta che mantiene il tutto in posizione.
Esistono molte soluzioni per proteggere il bilanciere da cadute o urti accidentali. I dispositivi antiurto generalmente vengono montati in coppia sull’estremità dell’asse del bilanciere.

Fasi lunari:

“complicazione” con cui l’orologio mostra qual è la forma appartenente della Luna durante la sua rivoluzione intorno alla Terra.

Fibbia:

è il fermaglio che consente di allacciare il cinturino o chiudere il bracciale metallico. Può essere di sicurezza. La Boucle deployante è quella creata ne 1910 da Cartier. Sulla fibbia, spesse, appare l’iniziale della marca dell’orologio al quale è destinato il cinturino.

Finestrella:

apertura del quadrante in cui compare la data. È situata di solito all’altezza delle ore 3.

Fondello:

è la parte inferiore della cassa.

Fuso orario:

è la capacità di un orologio di indicare simultaneamente l’ora di due località situate entro fusi orari diversi.

Galbè:

termine francese per indicare una forma rettangolare a botte. I due lati più lunghi sono arcuati, quelli più corti diritti.

Ghiera:

è un anello girevole graduato disposto sulla parte superiore della cassa. Può recare diverse indicazioni.

Gioco carica:

è formato da due elementi in acciaio temperato montati sull’albero di carica. Uno è il rocchetto scorrevole (pignon de remontoir). Il gioco carica agisce sulla carica e sulla messa all’ora.

Glucydur:

una lega di metalli utilizzata per il bilancere e per la spirale. Presenta caratteristiche di elasticità e di resistenza particolari, è amagnetica. Vedi anche bilanciere

Guarnizione:

è una piccola guaina che protegge il movimento interno da passaggi d’acqua o polvere che potrebbero rovinare il suo funzionamento.

Guichet:

termine in francese che indica un’apertura. Quadrante a quichet, per esempio, significa che vi è una finestrella per il datario.

Guillochè:

è un tipo di decoro arabesco.

Haut-de-Gamme:

termine in francese per indicare orologi della fascia qualitativa più alta.

Impermeabilità:

è la capacità di un orologio di resistere alle infiltrazioni d’acqua. Il grado di impermeabilità espresso in metri compare sul retro di ogni cassa.

Indicazione analogica:

indicazione dell’ora mediante lancette.

Indicazione mista:

indicazione contemporaneamente analogica e digitale. Questa combinazione associa il comfort della lettura dell’ora mediante lancetta alla grandissima precisione dei caratteri numerici.

Indici:

sono i numeri, arabi o romani, che sul quadrante vengono indicati dalle lancette per consentire di conoscere l’ora.
La fantasia degli stilisti si è sbizzarrita e ci sono indici cosiddetti a bastone, a stelline, a pallini ecc. Possono essere applicati in oro, in diamanti, oppure incisi o dipinti. Su alcuni quadranti sono diligentemente segnati dall’1 al 12, in altri esiste la numerazione dall’1 al 24 o una doppia numerazione, in altri ancora sono solo quattro (generalmente 3,6,9,12), ma non mancano esempi in cui è indicato solamente il 12 e, a volte, anche questo è raffigurato con un simbolo. Per essere visibili di notte possono essere luminescenti.

Invar:

una lega di acciaio e nichel utilizzata per alcuni componenti della meccanica degli orologi.

Lancette:

le lancette (o sfere) principalmente indicano sul quadrante le ore, i minuti, i secondi. Possono essere realizzate in diversi metalli e prendono il nome dalla forma. Se ne contano a decine, per esempio ci sono lancette a pera, che comprendono poi un’ampia gamma di diverse interpretazioni, da Roskopf a Breguet, da quelle americane a quelle inglesi, da Stuart a Paris. E ancora ci sono lancette romane, a piramidi, gotiche, a bastone, a foglia, a rondini e l’elenco potrebbe continuare. Sono dette squelette quando sono schelettrate. Un’ulteriore lancetta, generalmente terminante a freccia o con un motivo particolare, può indicare la data segnata sul bordo esterno del quadrante.
I primissimi orologi avevano solo la lancette delle ora, infatti risale al XVII secolo l’invenzione della lancetta per i minuti, divenuta poi abituale nel Settecento. Il capolavoro moderno nell’orologeria, che presenta il maggior numero di lancette è il Calibro 89 della Patek Philippe, sui suoi due quadranti ne ospita ben 24.

LCD:

sigla di Liquid Crystal Display, indicazione mediante cristalli liquidi. Grazie al debole consumo di energia, il sistema LCD ha il vantaggio di consentire l’indicazione permanente dell’ora.

Linea:

in orologeria la misura della meccanica si identifica in linee. Ogni linea, indicata con il simbolo ‘” dopo la cifra, corrisponde a circa 2,256 mm. Vedi anche Calibro.

Lunetta:

anello mobile, abitualmente d’oro o d’acciaio, che circonda il vetro e il quadrante dell’orologio. È una lunetta girevole che permette di evidenziare i tempi l’ora di un 2° fuso orario o i gradi e i punti cardinali, oppure di eseguire calcoli rapidi.

Lunetta d’immersione:

è un tipo di lunetta che permette il controllo dei tempi di decompressione grazie a una graduazione di 60 minuti con evidenziazione dei primi 15 e con un puntino di trizio al segno zero.
È sempre unidirezionale, in modo da evitare le pericolose conseguenze di una errata manipolazione: un eventuale spostamento accidentale della lunetta ridurrebbe semplicemente il tempo dell’immersione.

Lunetta girevole bidirezionale:

è una lunetta girevole che può ruotare nei due sensi. Questo dispositivo è particolarmente necessario nei cronografi dotati di regolo calcolatore.

Maglia:

elemento dei bracciali metallici. Ne esistono di diversi tipi. I termini sono quelli usati in gioielleria.

Manifattura:

è uno stabilimento dove non si provvede solo all’assemblaggio dei pezzi dell’orologio, ma si costruiscono tutti, o la maggior parte, dei componenti della meccanica e della cassa.

Manuale (movimento a carica):

movimento meccanico la cui molla-motrice deve essere caricata a mano. La durata della carica può variare delle 36 alle 40 ore.

Marcia:

con questo termine si intende il movimento dell’orologio.

Massa oscillante o rotore:

piccola massa metallica di elevata densità che, in un movimento automatico, oscilla liberamente seguendo i movimenti del polso. Questa forza motrice ricarica “automaticamente”, attraverso un ruotismo, la molla-motrice dell’orologio, evitando cosi’ di doverlo ricaricare a mano.

Meccanico (movimento):

movimento la cui marcia è regolata da un bilanciere accoppiato a una spirale; l’energia è fornita da una molla-motrice. Nel movimento a quarzo invece la marcia è regolata da un risonatore a quarzo, l’energia è fornita da una pila. Malgrado la sua minore precisione rispetto al quarzo, il movimento meccanico è sempre ricercatissimo in virtù del lavoro artigianale che richiede la sua fabbricazione.

Molla:

è un nastro di acciaio speciale sottile. Alloggia nel bariletto e sviluppa l’energia necessaria al movimento dell’orologio. Esistono anche molle che permettono a orologi particolari di funzionare anche per 8 giorni.

Movimento:

in generale questo termine indica il “motore“ dell’orologio, ossia l’insieme dei meccanismi che fanno ruotare le lancette, cambiare la data ecc.
Esistono 3 tipi di movimenti: meccanici automatici, meccanici a carica manuale, al quarzo.

Numeri di serie:

casse e movimenti delle migliori marche recano il numero progressivo che è riportato sui registri dell’azienda produttrice. In questo modo si possono reperire notizie sugli orologi e conoscere l’epoca della loro produzione. Serie numerate sono invece piccole produzioni di orologi contrassegnati da numeri progressivi a partire dallo 01. Nella maggior parte degli orologi comunque, i numeri che si leggono sul fondello, corrispondono a numeri di produzione relativi a collezioni ma non fanno riferimento a serie speciali o ad epoche.

Oignon:

termine francese equivalente a cipolla, indica gli orologi dalla forma rotonda, soprattutto orologi da tasca e di notevole dimensione.

Oscillazione:

termine riferibile esclusivamente agli orologi meccanici: indica un va-e-vieni del bilanciere, ossia 2 alternanze.
Il termine oscillazione è spesso usato impropriamente al posto di alternanza.

Ottone:

lega di rame e zinco impiegata per i componenti della meccanica negli orologi.

Pavè:

termine francese utilizzato per indicare una decorazione. Per esempio quadranti in cui siano incastonate delle pietre preziose le une vicine alle altre senza lascia spazi vuoti. Generalmente si parla di pavè con brillanti.

Perpetuo (calendario):

“complicazione“ che permette a un orologio di indicare, oltre alla data, anche gli anni bisestili. Questa complicazione rispetta l’esatto numero di giorni che compongono un mese (30 o 31), compreso il mese di febbraio (28 o 29).
Il termine “perpetuo“ non va tuttavia preso alla lettera: a causa di una particolarità del calendario gregoriano infatti ogni orologio con calendari perpetuo dovrà essere regolato il Lunedì 1 Marzo 2100, un anno bisestile in cui però il 29 Febbraio sarà soppresso per correggere una differenza tra il nostro calendario e la durata effettiva di un anno solare.

Piezoelettrico (dispositivo):

è la fonte del suono, negli orologi a quarzo muniti di allarme-sveglia o di un altro dispositivo sonoro. Si tratta di una pastiglia di cristallo di quarzo collocata nel fondocassa dell’orologio.

Pignone:

in un ingranaggio è la ruota dentata di diametro più piccolo che ingrana in una più grande.

Pila:

è la fonte di energia che permette agli orologi elettronici di funzionare. Solo gli orologi a quarzo hanno bisogno di una pila. Negli orologi meccanici l’equivalente della pila è la molla-motrice.

Pitone:

è realizzato in metallo e serve per fissare la parte terminale della spirale sul ponte del bilanciere.

Placcato:

dicesi di un rivestimento eseguito con un metallo pregiato. Lo spessore di una placcatura d’oro varia da 2 a 20 micron.

Platina:

è la struttura di base di tutti gli orologi. Su di essa si montano i diversi ruotismi. La platina è realizzata generalmente in ottone o con leghe metalliche che abbiano un coefficiente di dilatazione nullo. La si ottiene mediante diverse fasi di lavorazione. Nell’ultimo vengono inseriti i rubini nelle parti dove possono verificarsi degli attriti.

Platino:

metallo di pregio. L’aspetto del platino è simile all’acciaio, con una sfumatura leggermente più pallida. Per il suo alto valore commerciale e la sua difficoltà nella lavorazione, il platino viene utilizzato solo da poche marche di orologi, che ne fanno uso per rifinire le casse dei loro più importanti orologi.

Ponte della ruota di scappamento:

nelle piastrine destinate agli orologi della migliore qualità sostiene la ruota di scappamento (la ruota d’ancora). È costituito con lo stesso materiale della platina, poi rodiato o dorato o argentato.

Ponte del bariletto:

negli orologi di grande qualità è sottoposto a rifinitura a mano con vari decori. Viene montato sulla platina con due o tre viti. Negli orologi di media qualità può svolgere anche il ruolo del ponte del ruotismo per risparmiare delle lavorazioni.

Ponte del bilanciere:

negli orologi della migliore qualità è decorato con diversi decori. Viene montato sulla platina con uno o due viti ed è il supporto del bilanciere. Porta una graduazione per la regolazione del tempo.

Pulsanti:

bottoni disposti intorno alla cassa che consentono di regolare una funzione dell’orologio. I pulsanti posti sopra e sotto la corona permettono di avviare, bloccare e azzerare il meccanismo del cronografo.
È importante ricordare, che i pulsanti non vanno mai azionati sott’acqua.

Punzone:

è un simbolo nel metallo a garanzia di una provenienza, del titolo, della produzione. Molto importante in orologeria il punzone di Ginevra, concesso solo ad orologi di grande qualità che sono stati sottoposti a severi controlli. I punzoni sono generalmente impressi sui fondelli delle casse, all’interno o anche sulla platina.

Quadrante:

è la parte superiore dell’orologio, sulla quale viene indicata l’ora. Tutti i quadranti sono in ottone laccato e galvanizzato.

Quarzo (movimento a):

movimento di orologeria il cui funzionamento è regolato da un risonatore a quarzo e la cui energia è fornita da una pila. Il vantaggio che offre il movimento a quarzo è la sua altissima precisione (anche su modelli di orologio molto economici), che registra variazioni annuali di 1 o 2 minuti, pari a una precisione 60 volte superiore a quella di un orologio meccanico.

Racchetta:

è l’elemento che assolve alla funzione di regolare il tempo, attraverso gli spostamenti. Costruita in acciaio agisce sulla spirale.

Rattrappante ( lancetta ):

lancetta dei secondi del cronografo che permette di misurare tempi intermedi. Può essere bloccata per rilevare un tempo, poi rimessa in moto in modo da “riacchiappare” (è questo che significa il termine rattrappante) il tempo intercorso durante il momentaneo arresto.

Originariamente la rattrappante è una seconda lancetta, dei secondi del cronografo, in grado di muoversi restando sovrapposta alla prima. Può essere bloccata senza arrestare la prima lancetta, e poi venire riportata sopra la prima lancetta in movimento.

Regolo calcolatore:

strumento in uso per i calcoli rapidi. E’ costituito da due regoli che scorrono l’uno nell’altro e recano una graduazione logaritmica (proporzionale) che permette di effettuare moltiplicazioni, divisioni, e risolvere ogni regola del tre. Questo strumento è il predecessore della calcolatrice elettronica.

Ripetizione minuti:

è un orologio meccanico che suona le ore, i quarti d’ora e i minuti. Due martelletti di diverse dimensioni percuotono dei campanelli, caratterizzati da una diversa sonorità e da vibrazioni distinte.

Riserva di marcia:

negli orologi meccanici indica a che punto è la carica della molla-motrice, ossia quante ore restano prima che l’orologio si fermi. La riserva di marcia di un orologio si esprime in ore. Un orologio a carica automatica con la molla caricata a fondo dispone, se non è portato al polso, di una riserva di 40 ora.

Rocchetto:

in francese è chiamato ruota rochet, è una ruota dentata fissata con una vite sulla sede quadra dell’albero bariletto al quale trasmette la carica per avvolgere la molla.

Rocchetto corona:

è una ruota dentata intermedia tra la ruota rochet e il rocchetto di carica.

Rocchetto dei minuti con tacca frizione:

è un pignoncino che viene fatto calzare sulla ruota centro con una leggera frizione, per consentire la rimessa all’ora.

Rotore:

vedi, massa oscillante

Rubini:

in orologeria oggi si chiamano rubino delle pietre sintetiche molto dure che eliminano l’attrito dei componenti nei ruotismi.
I rubini sono anche utilizzati come contropietra per neutralizzare il gioco assiale nel bilanciere e nel ruotismo.
Negli orologi di qualità maggiore era il numero dei rubini impiegati, maggiore era il pregio dell’orologio.

Ruota centro:

è costruita in due pezzi, uno in ottone (la corona) e uno in acciaio (il pignone). Riceve l’energia dal bariletto.

Ruota della minuteria:

realizzata in ottone con un pignone in acciaio fa da riduttore tra il rocchetto minuti e la ruota ore.

Ruota delle ore:

realizzata in ottone compie un giro in 12 ore e porta la relativa lancetta.

Ruota mediana:

è costituita in due pezzi, uno in ottone (corona) e uno in acciaio temperato (pignone). Riceve l’energia della ruota centro e la trasmette alla ruota secondi.

Ruota rinvio:

fa parte della messa all’ora, entra in contatto con il rocchetto scorrevole quando si estrae la corona di carica.

Ruota secondi:

è costituita in due pezzi, uno in ottone (corona) e uno in acciaio temperato (pignone). Riceve l’energia dalla ruota mediana e la trasmette alla ruota scappamento.

Ruota scappamento:

è detta anche ruota d’ancora. E’ costituita in due pezzi entrambi in acciaio temperato. Riceve l’energia dalla ruota secondi e porta la forza all’ancora che dà l’impulso al bilanciere.

Ruotismo:

è composto da più ruote, svolge la funzione di portare la forza all’ancora che dà l’impulso al bilancere. Ne fanno parte la ruota centro, la ruota mediana, la ruota secondi, la ruota scappamento.

Ruotismo della messa all’ora:

è formato dal rocchetto dei minuti con tacca frizione, dalla ruota delle ore, dalla ruota minuteria, dal rinvio della ruota minuteria, dalla bascula, dal copribascula e dal tiretto.
Tutti questi componenti servono per trasmettere il movimento alle lancette affinchè possono svolgere la loro funzione.

Scale:

sono le indicazioni sul quadrante dell’orologio che consentono di calcolare la velocità (di un mezzo in movimento o del suono), le pulsazioni ecc. Possono essere segnate sia all’interno del quadrante con andamento a spirale, sia all’esterno, o anche incise sulla lunetta.

Scappamento:

con questo termine si indica il tipo di distribuzione della forza che arriva al bilanciere.
Si hanno diversi tipi di scappamento: ad ancora, cilindro, verga detenre, duplex, a virgola ecc.
Dagli inizi del secolo la maggior parte degli orologi monta scappamento ad ancora. Ne fanno parte l’ultima ruota del ruotismo, l’ancora (oppure il cilindro, la verga ecc.) che trasmettono l’impulso al bilanciere.

Sfera:

vedi lancette.

Spirale:

è una molla alloggiata sul bilancere. Ne esistono di molti tipi, prima, cilindrica ecc. La sua estensione condiziona il funzionamento dell’orologio.

Tachimetro:

graduazione posta sul quadrante o sul rialzo di un cronografo che permette di misurare velocità medie o una produzione oraria in base a un tempo d’osservazione inferiore a 60 secondi. Se si misura il tempo occorrente a percorrere 1 chilometro mediante cronografo, il punto della scala tachimetrica su cui si ferma la lancetta dei secondi indica la velocità oraria.

Telemetro:

è un dispositivo che permette di misurare le distanze basandosi sulla velocità del suono. L’intervallo di tempo fra l’osservazione della luce prodotta da una detonazione (lampo, colpo d’arma da fuoco) e la percezione del rumore permette di leggere sul quadrante la distanza che separa l’osservatore dal luogo d’origine della luce, per esempio la distanza che lo separa da un temporale.

Timer:

dispositivo per il conto alla rovescia dotato di un segnale acustico che indica la fine del conteggio.

Tiretto:

è comandato dall’albero di carica e predispone il meccanismo in posizione atta alla rimessa all’ora.

Titanio:

metallo duro ma leggero, antimagnetico, dotato di elevata resistenza alla corrosione. È usato largamente nei settori più progrediti dell’aviazione civile o militare. Il titanio ha anche qualità antiallergiche.

Totalizzatore:

è un meccanismo che registra su un quadrante intervalli di tempo senza fornire l’indicazione dell’ora. Si tratta in generale di totalizzatori di secondi, di minuti, di ore e, al caso, di frazioni di secondo. Un termine equivalente è “contatore “.

Tourbillon:

l’invenzione del tourbillon nel 1795 ha permesso di eludere gli effetti della gravitazione. Una piccola gabbia mobile che contiene il bilanciere e lo scappamento, effettua un giro al minuto e compensa con la sua rotazione le alterazioni della marcia. In pratica è una “complicazione “ che migliora la precisione negli orologi automatici di alta gamma.

Tritium:

sostanza luminescente che su indici e lancette consente di leggere l’ora anche di notte. In passato si usava anche il radium, ma ne fu poi sospesa l’utilizzazione perché il suo uso poteva essere nocivo.

Trotteuse:

è semplicemente la lancetta dei secondi. La trotteuse non và però confusa, in un cronografo analogico, con la lancetta centrale dei secondi del cronografo, che si aziona mediante un pulsante. Di solito la trotteuse è in posizione decentrata e di ridotte dimensioni.

Trova-minuti:

indice in rilievo, o inciso sulla lunetta girevole, che permette di reperire o memorizzare un tempo.

Tungsteno:

materiale resistentissimo usato per le casse degli orologi.

UTC:

sigla di Universal Time Coordinated. E’ l’ora standard adottata in tutto il mondo per uniformare il traffico aereo e regolamentare i segnali orari trasmessi dalla radio, dalla televisione o dal telefono.

Vermeil:

una lavorazione un tempo molta diffusa. E’ argento ricoperto d’oro.

Vetro minerale:

è un vetro naturale dalla superficie indurita mediante temperatura per aumentare la durezza e la resistenza alle scalfiture. Il suo grado di durezza è 7 su una scala che va fino a 10 (durezza del diamante)

Vetro zaffiro:

è un zaffiro sintetico estremamente duro e virtualmente inscalfibile. Il suo grado di durezza è 9 su una scala che va fino a 10. Per montare un vetro zaffiro è indispensabile che l’orologio abbia una ghiera particolare.

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